il duo australiano formato da Yolanda Ramke e Ben Howling porta sui piccoli schermi di Netflix uno Z-movie fuori dagli schemi, appartenente al filone sempre più di monda dei film zombie “con buoni sentimenti”, una delle vie di sfogo che il mondo dello spettacolo sta provando più spesso per uscire dall’inflazione di opere che nell’ultimo periodo ha colpito questo settore.
Ovviamente come quasi tutti i film di questo tipo anche Cargo non ha la minima intenzione di dirci come siamo arrivati in questa brutta situazione apocalittica, ma per lo meno ci mostra come abbiamo provato ad affrontarla – almeno inizialmente – con raziocinio, con una sorta di blanda misura preventiva distribuita alla popolazione.
In realtà tutto questo è ovviamente un espediente narrativo che i due sfruttano per dare sostanza alla vera trama, il motore emozionale che smuove il tentativo disperato di un padre di mettere al sicuro sua figlia prima che sia troppo tardi per entrambi.
Il ritmo è un po’ diverso da quello di un horror standard, ci troviamo davanti a tempi più dilatati, quasi da thriller, tanto che in realtà lo spazio dedicato alle creature non morte finisce per essere molto limitato, come se a Cargo interessasse poco il contesto e più la sostanza dei fatti, pochi minuti e il protagonista – Martin Freeman – viene morso dando via al conto alla rovescia. L’intenzione di dare vita ad una sorta di clima opprimente spingendo sull’urgenza del protagonista di risolvere la situazione funziona solo relativamente, lo spettatore non avrà mai la sensazione che il protagonista possa effettivamente non riuscire nel suo estremo intento.
Cargo prova anche la carta della blanda critica sociale, sfruttando la presenza sul territorio degli Aborigeni, anche in questo caso lo scontro fra le due diverse culture finisce per essere troppo superficiale.
La presenza degli zombie nel film non è indice di un vero horror, Cargo non è un film dell’orrore e forse non vuole nemmeno esserlo, preferisce toccare corde più intime, ma gli manca la profondità necessaria per pizzicarle con la giusta efficacia, finendo quindi per muoversi con passo trascinato nella terra di mezzo fra le sue due nature, senza convincere totalmente in nessuna.
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