Death Race: la recensione della trilogia

Ormai da qualche tempo è disponibile in Home Video il cofanetto di Midnight Factory dedicato alla trilogia di Death Race, il franchise (remake di Anno 2000 – La corsa della morte)  iniziato nel 2008 con il primo film diretto da Paul W.S. Anderson e che vedeva protagonista l’iconico driver mascherato Frankenstein interpretato in questa prima pellicola da Jason Statham, il primo titolo andò discretamente bene e vennero quindi realizzati ben due pellicole prequel agli eventi del primo film e un sequel del 2018, che però non è contenuto all’interno del cofanetto. 

Due film intitolati rispettivamente Death Race 2 e Death Race 3 – Inferno , che però videro un deciso cambio di rotta virando verso il settore dei Direct To Video, con la regia che passa nelle mani del mestierando Roel Reiné e Anderson in chiave di produttore. Se nel primo film infatti troviamo Statham, Ian McShane, Joan Allen e Tyrese Gibson, nei successivi come “star” abbiamo Danny Trejo e Ving Rhames (anche se nel capitolo due troviamo addirittura Sean Bean) , capirete quindi che lo stacco tra il primo film e le successive pellicole è netto e visibile

La trama è semplice, come lascia intendere il nome della stessa saga si tratta di una death race, una corsa mortale tra detenuti, trasmessa al pubblico in un futuro dove le prigioni sono di proprietà delle multinazionali.  3 tappe, 3 giorni, 3 gare e nell’ultima i sopravvissuti lotteranno per la vittoria in una corsa senza regole, dove anche sopravvivere è importante come vincere. In palio per chi arriverà a 5 vittorie c’è la libertà.  Ovviamente le cose non sono così semplici, la vera corsa si decide dietro le quinte – come sempre accade in questi programmi basati sull’intrattenimento – e quando sei la star del programma come Frankenstein è difficile che qualcuno rinunci al tuo apporto in fatto di share.

Sicuramente non è un franchise fatto per competere con i blockbuster, il suo intento è quello di intrattenere e da questo punto di vista l’obbiettivo possiamo considerarlo discretamente centrato. La storia che si sviluppa all’interno di questi 3 film risulta coerente e in qualche modo, pur basandosi tutti sullo stesso canovaccio le tre pellicole riescono a differenziarsi una dall’altra creando un ciclo chiuso e nel complesso godibile, nonostante fosse partito molto bene e poi calato vistosamente nei due film DTV

Se cercate una serie di film ultra adrenalinica, con un po’ d’azione e sapete già a memoria tutti i film di F&F potete provare a dare una speranza a Frankenstein e alle sue corse senza regole. Sicuramente non raggiungeranno le vette di intrattenimento di Vin e compagni, ma nell’attesa del prossimo capitolo della saga possono riempire un po’ il vuoto.

Marcello Portolan

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