I Think We're Alone Now

I Think we’re alone now è l’ultima fatica della regista Reed Morano (Meadowland – Scomparso) una pellicola dove la fantascienza è solo dichiarata e a prendere il sopravvento è l’aspetto drammatico e intimo della storia,

Del è solo al mondo. Dopo che l’umanità è stata spazzata via, vive in una città piccola e vuota, soddisfatto della sua solitudine e dell’utopia che ha meticolosamente costruito per se stesso… almeno finché non viene si imbatte in Grace (Elle Fanning), un’intrusa dal misterioso passato, come i suoi obiettivi. La cosa peggiore è che lei vuole restare. Viscerale viaggio psicologico, il film esplora il comportamento umano e l’innegabile bisogno di compagnia

Ci troviamo in un mondo post-apocalittico, dove per un motivo ignoto, la quasi totalità degli umani è morta istantaneamente, senza apparente motivazione. Tutti tranne Del, sopravvissuto  che all’evento apocalittico ha trovato nella solitudine l’equilibrio e la tranquillità che non aveva mai avuto nella sua vita. Una nuova vita fatta di rituali per combattere l’entropia, l’idea di ripulire la sua città dai cadaveri dei concittadini, di pulire le loro case e gettare la spazzatura, casa dopo casa, giorno dopo giorno.

La Morano viene dal mondo della fotografia, un talento che sfocia con naturalezza in un mondo fatto di riprese ampie, con una gestione perfetta della luce naturale e la ricerca della spettacolarità dei fuochi d’artificio notturni. Una sorta di lezione sul come usare le riprese per comunicare allo spettatore un emozione, la sicurezza del protagonista nella sua solitudine e poi la sorpresa del non essere più solo sono tutti stati che passano alla perfezione nella macchina da presa.

Peter Dinklage è il protagonista Del, per molta parte del film la star di Game of Thrones ha l’arduo compito di portare sulle sue spalle l’intera struttura del film, un impresa resa ancora più difficile dalla solitudine del suo personaggio che – fino all’arrivo di Grace (Elle Fanning)- lo costringe ad una prova molto fisica, mettendo in mostra ancora una volta il suo talento.
Se Del rappresenta l’ordine, la routine metodica con cui affrontare la difficoltà, Grace irrompe nella sua vita portando il caos, l’indeterminabilità della vita come la conosciamo. Lui compie azioni per andare avanti, lei va avanti per compiere azioni, un contrasto che però finisce per creare un nuovo ordine per i due, una rappresentazione visuale dell’eterno simbolismo dato dallo Ying e dallo Yang.

Come molte altre pellicole che seguono la via intimista, anche questa affronta numerosi pericoli tipici della sua natura primo dei quali la lentezza nell’incedere, una buona dose di staticità che lo rende una visione ostica – quasi noiosa. Il secondo problema è quello del dover portare il tutto ad una conclusione, il che pone la regista nella brutta situazione di dover prima o poi mettere del contenuto “tangibile” all’interno della trama, questo punto coincide con una piccola caduta per la pellicola. Si è infatti scelto di tenere il più possibile il clima intimista, forzando l’introduzione dell’elemento conclusivo solamente nel terzo atto, in maniera diretta, portando ad una sorta di cambio di registro e gettando frettolosamente nella mischia anche Paul Giamatti e Charlotte Gainsbourg.

I Think We’re Alone Now non è un film che incontrerà i gusti di tutti gli spettatori, se cercate una pellicola di fantascienza classica o un film con molto movimento, questo decisamente non è il titolo che fa per voi. Per apprezzarne l’essenza più intima ci vuole una giusta dose di pazienza e il giusto mood.

Marcello Portolan

la pasqua arriva in anticipo con la favola d’animazione Wonder Park

Previous article

Karenina & I L’avventura continua nelle sale e nei teatri

Next article

You may also like

Comments

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

More in Cinema