L’espediente del loop temporale chiuso, la classica giornata che si ripete all’infinito in cui i protagonisti si trovano rinchiusi senza via d’uscita apparente, è ormai diventato uno di quei classici del cinema e della TV che – è proprio il caso di dirlo – ciclicamente torna a fare capolino, tentando di rinfrescare in qualche modo il proprio look. Uno degli ultimi a tentare questa via è Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani di Max Barbakow, presentato alla Festa del Cinema di Roma e ora disponibile su Prime Video.
In questo caso la storia vede protagonista Nyles che partecipa con la sua ragazza al matrimonio della sorella di Sarah, con la quale però sembra scattare fin da subito un certo feeling. I due si allontanano dalla festa per poi sparire in una grotta misteriosa, da dove la loro giornata ricomincerà . Sarah scoprirà però che quello che per lei è il primo ciclo, per Nyles è orma l’ennesimo, il ragazzo vive quest’incubo da tempo immemorabile, inseguito da Roy anche lui erroneamente gettato nel loop dall’uomo e in cerca di vendetta.
Ed ecco quindi iniziare una commedia di stampo rom com ben scritta e messa in scena, in cui nonostante lo schema che per sua stessa natura si ripete di continuo trova forza ed espedienti giusti per funzionare e non risultare mai eccessivamente noioso o vecchio. Ognuno dei tre personaggi all’interno di questa bolla vive a modo suo questa sorta di presente eterno e forzato, con Roy determinato a vendicarsi in ogni modo di Nyles, Sarah alla ricerca di un modo per fuggire da questo loop e infine Nyles, che in questa situazione è paradossalmente riuscito a trovare il suo equilibrio, una confort zone che solamente l’arrivo della ragazza è riuscita ad incrinare .
Andy Samberg, J.K. Simmons e Cristin Milioti sono i volti perfetti di questo Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani, calzati ottimamente nei panni dei loro personaggi.
Forse ci sarebbe da disquisire sulla scelta di aggiungere il sottotitolo Vivi come se non ci fosse un domani al titolo originale, ma l’importante è che Palm Springs è riuscito nell’intento di sfuggire dal loop che attanaglia questo genere di pellicole grazie a un mix fresco e funzionante.
Max Barbakow centra sicuramente un ottimo debutto, con la speranza che non finisca per farsi inglobare anche lui da questo loop e che riesca a mantenere il buon piglio mostrato in questa pellicola
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