Star Wars : The rise of Skywalker

Ecco, è successo, Episodio 9 è uscito nelle sale e con lui si conclude la grande saga degli Skywalker, quello che forse è stato il primo franchise per quelli che come me sono degli anni’90, quando ancora l’idea di interconnettere 20 film era pura fantascienza.

Questo capitolo ovviamente si presenta al botteghino con un fardello decisamente pesante, quello di essere l’ultimo capitolo, la chiusura finale di una trilogia che doveva esaltare, ma che è finita per zoppicare ben più di quanto i prelati dalle orecchie di Topolino si aspettavano.

La nuova trilogia si chiude con un capitolo dai tratti paraculistici molto pronunciati. J.J Abrams decide di prendere la via più semplice, quella che strizza l’occhio al passato, senza mai azzardarsi a provare a fare qualcosa di nuovo.

Nel farlo trasforma le ultime scene di Leila in un generatore di frasi motivazionali randomiche, riporta in scena Han Solo e Luke e trascina davanti alla macchina da presa Lando Calrissian, che recita con talmente tanta voglia che prima del ciak qualcuno sul set lo ha sentito chiedere se aveva almeno la possibilità di esprimere l’ultimo desiderio.

Il ritorno sulla scena di Palpatine e la rivelazione di Rey potevano essere la chiave di volta per portare la storia a un nuovo livello, avvicinandola alla sua versione oscura proprio mentre Kylo si avvicinava a quello chiaro (cosa che avrebbe dato tutto un altro peso anche al titolo) . Questo però avrebbe rovinato il piano di totale assenza di sorprese di Abrams, magari finendo per far girare le scatole a qualche fan, quindi ecco quindi che viene deciso di lasciare tutto piatto, infilandoci in mezzo quella coppia che tutti volevano fin dall’inizio.

L’ascesa di Skywalker si prende anche la briga di introdurre personaggi totalmente bidimensionali in maniera estremamente importante, dando l’impressione che possano in qualche modo avere un senso, ma finendo per non avere mai il tempo di dargliene alcuno, rendendoli di fatto inutilizzati e materiale da action figure per collezionisti.

Alla domanda secca: Quindi hai visto un film brutto? non posso rispondere si, perché tutto sommato questo capitolo 9 non è brutto, ma ha la colpa di non essere innovativo, di non sorprendere, non saziare lo spettatore dandogli quel finale dai toni epici che forse mi sarei aspettato per una saga che con bassi degni di nota ( Jar Jar sto parlando di te) mi ha comunque accompagnato in questi primi 30 anni sul globo terraqueo.

Quindi alla fine ci troviamo davanti a un film che rappresenta una chiusura in qualche modo coerente con il resto del mondo di SW, un finale lontano dalla perfezione, ma che corregge quelle deviazioni che hanno fatto infuriare i fan nel capitolo 8, riporta il tutto sui binari classici e taglia il traguardo al meglio delle sue possibilità . Jar Jar Abrams ha riportato equilibrio nella forza

Per citare il film stesso, capitolo 9 è UN ULTIMO SALUTO AI MIEI AMICI rivolto da questo universo a quello dei fan che lo hanno amato. Perchè se Disney manterrà ciò che ha detto il mondo di Star Wars continuerà a vivere, ma sarà tutto diverso.

Marcello Portolan

National Geographic presenta: IL SEGRETO DEGLI OCEANI

Previous article

Frozen II – Il segreto di Arendelle: La recensione

Next article

You may also like

Comments

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

More in Cinema