Solo

Onestamente, quanti di voi sentivano il reale bisogno di vedere un film che narrasse del passato di Han Solo? Quanti di voi pur non sentendone il bisogno lo hanno lo stesso visto in sala? Tanti, tantissimi, me compreso!!

Perché la realtà è che il super-potere della Disney è tutto racchiuso in queste due domande, riesce a portarti in sala a vedere cose che nemmeno vorresti. L’epopea degli Skywalker è agli sgoccioli, manca un solo film per chiudere definitivamente il capitolo, ma Lucasfilm ha già rassicurato i fan. Finiranno gli Skywalker, mica la nostra voglia di spennarvi!!!

Ecco quindi che si preparano ad esplorare nuove galassie, ancora più lontane, nuove trilogie cinematografiche, serie TV, prodotti canonici a go go. Senza scordarsi però che molto del loro potere si fonda sui vecchi nostalgici nerd…quindi perché non spremerli fino in fondo allungando la brodaglia con tanti spin-off?? Rogue One mi aveva illuso e forse aveva illuso anche i produttori , con un successo favoloso che avrà fatto dire loro “e andata ragazzi, si sono bevuti un film di guerra mascherato senza batter ciglio, possiamo propinagli di tutto “…sbagliato !! Rogue One ha funzionato proprio perché con il resto di SW non centrava nulla, cioè chiariamo era calato nel contesto della prima trilogia, raccordava in maniera importante la trama originale, ma era tutto totalmente nuovo per lo spettatore.

L’aria di libertà creativa che si respirava attorno a questo primo spin-off ovviamente e impossibile da replicare in un film dove il protagonista é Han Solo.

La presenza del personaggio, interpretato da un attore diverso da Ford porta da sola una pressione quintupla rispetto a quella sulle spalle dello spin-off precedente, questo indipendentemente dal fatto che la scelta abbia poi funzionato oppure no.

Il film era nato sotto la regia di Lord e Miller, ma misteriose divergenze creative hanno fatto si che i due lasciassero l’astronave in corsa. La Disney allora per correre ai ripari si e affidata a uno dei registri più amati dagli studios, Ron Howard. Perché è cosi amato? Perché quando gli danno in mano un copione e 10 euro, lui gira esattamente quello che c’è scritto e ti rida pure il resto dei soldi perché è onesto. Se Ron è di sicuro un ottima scelta per Lucasfilm, non vuol dire che lo sia per la pellicola e il risultato dimostra alla perfezione quanto esposto. L’ex attore di Happy Days dirige come un bravo scolaretto al primo banco, cerca la via della tranquillità e questo porta ad una ripresa sostanzialmente piatta, che non riesce mai a far provare nemmeno un brivido allo spettatore, forse qualcosina durante la scena del treno, ma decisamente troppo poco.

Lavorare sul passato di un personaggio già scritto da altri, senza la possibilità di poterlo cambiare in nessun modo perchè il futuro è già stato scritto, è un macigno pesante. Lo stesso che mi ha portato a vedere Legolas come lo spaccone di turno durante Lo Hobbit, non può succedere nulla che non sia già conosciuto, da regista puoi mostrarci il come una cosa accadrà, ma non se accadrà, Chewie deve incontrare Han, Han deve ricevere il Millenium Falcon, sono eventi già accaduti per lo spettatore e quindi pietre angolari su cui la sceneggiatura deve scontrarsi, sfruttare e se necessario deve minimizzare, farle accadere come qualcosa di scontato, nel film come nella mente dello spettatore, cosi che possano avere in mano un prodotto più bilanciato e fruibile per tutti. 

Poi in realtà le motivazioni dietro al flop di Solo: A Star Wars Story possono essere tantissime, alcune recriminazioni possono riguardare anche la follia Disney di pianificare un uscita del film nelle sale in quasi contemporanea con Infinity War, con la conseguente perdita di spettatori in sala e la non trascurabile e molto probabile gestione errata del marketing, ben lontano da quello epico e maestoso che aveva caratterizzato Rogue One.

Nessuno può dire nulla agli attori principali, Alden Ehrenreich interpreta al meglio il ruolo di giovane protagonista, Donald Glover è convincente in quelli di Lando Calrissian, l’unico a deludermi, e chi mi conosce sa quanto mi faccia male scriverlo, è Woody Harrelson totalmente incasellato in un ruolo che non gli permette di svariare come ci ha abituato da sempre, nota di demerito alla decisione di sfruttare malamente -per una seconda volta- il personaggio di Darth Maul.

L’insuccesso della pellicola deve fare da monito per LucasFilm, è rischioso mostrare la galassia passata, meglio concentrarsi di più su altro, magari espandere il mercato aprendo l’universo post Skywalker, senza forzare la mano sull’effetto nostalgia, ma mentre sto scrivendo la gente parla di uno spin off da girare su Obi Wan Kenobi quindi forse le mie saranno parole al vento. 

Marcello Portolan

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