Altro giro altro cestone del 3×1.
Non smetterò mai di dire che la diffusione dei contenuti in streaming ha completamente aperto le porte all’arrivo sui nostri schermi di una nuova marea di prodotti provenienti da ogni angolo del globo, a dimostrazione di questo oggi vi parlo di Sweet Home, una serie che arriva su Netflix dalla Corea del Sud, precisamente come adattamento sul piccolo schermo di un webtoon del 2017 creato da Kim Carnby e Hwang Young-chan
Una serie che nei primi minuti mette in chiaro subito alcune delle sue peculiarità ovvero che si tratta di una serie piena di mostri e che il budget consentiva solo una CGI da playstation 1.
10 episodi per una serie che prova a metterci un po’ di originalità, cercando di sostituire gli onnipresenti zombie con qualcosa di diverso e addirittura più pericoloso ( visto che questi mostri sono praticamente indistruttibili) . La trama segue gli abitanti di un condominio, asserragliati per sopravvivere in qualche modo all’invasione di questi misteriosi e inarrestabili mostri che infettano senza motivo apparente gli umani trasformandoli in creature mostruose.
Sweet Home mi ha convinto perchè ha tutti i cliché al posto giusto(praticamente è una serie Z senza Zombie), ma allo stesso tempo riesce a differenziarsi ed essere originale. I suoi personaggi sono molti e portati avanti con la giusta cura per il loro background. Non è uno show perfetto, si perde in alcuni punti e la CGI come detto è abbastanza rivedibile, ma si lascia vedere e non posso che consigliarla a chi ama questo genere di Horror dagli occhi a mandorla. Sperando in una seconda stagione
Rimaniamo sempre in Asia e sempre su Netflix con la serie Alice in Borderland, una versione live action del manga di Haro Aso.
Arisu , Karube e Chota sono tre amici che vivono a Tokyo, all’uscita dal bagno pubblico dove si erano rifugiati per scappare dalla polizia troveranno al città vuota, dove sono finite tute le persone ?
Durante la loro ricerca si imbatteranno in un Game, una sfida che li vedrà costretti a trovare l’uscita da una serie di stanze con diverse porte, aprendo quella sbagliata si viene uccisi. Questo sarà il primo passo verso il nuovo e letale mondo dove i 3 si sono ritrovati.
Il titolo – come si può facilmente intuire – strizza l’occhio al celebre Alice nel paese delle meraviglie e con il classico della letteratura condivide qualche piccola ispirazione e qualche riferimento. Come nel caso di Alice ci ritroveremo alle prese con un mondo strano e misterioso, dove le carte da gioco hanno grande importanza, ma in questo caso si tratta di una lotta per la sopravvivenza sanguinosa.
Una serie che e vi piace il genere survival si lascia vedere molto bene, pur non essendo il massimo dell’originalità (sembra un mix di altre opere) .
Per l’ultimo pezzo dell’elenco ci muoviamo nella categoria film, con We Can Be Heroes di Robert Rodriguez
Il film si ambienta in un mondo dove gli eroi più famosi sono tutti sotto le direttive della Heroic, un’azienda interamente basata su di loro. tra questi troviamo Marcus Moreno ( Pedro Pascal) ritiratosi dal ruolo per via di sua figlia Missy e costretto a ritornare in campo per colpa di una misteriosa invasione aliena. Invasione che riuscirà a catturare tutti i super, lasciando a un manipolo di giovani (figli degli eroi catturati) il compito di salvare il mondo e risolvere la crisi.
Rodriguez pesca dal suo passato riproponendo in questo film per tutta la famiglia una sorta di versione 2020 di Spy Kids, ma portandolo nel mondo del cinema attuale, giocando per questo la carta dei Super Eroi e diventando a tutti gli effetti il sequel di un altro dei suoi lavori del passato: Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D.
Un film simpatico e godibile, se la Marvel sta cercando una possibile Gabby per il futuro, l’interprete di Guppy è assolutamente un nome da segnare sul taccuino
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