Il titolo The App sicuramente ci lascia intuire parte della trama. Il film prende forza da una applicazione per incontri chiamata Noi, studiata dalla studentessa di psicologia Eva che convince il suo ricco fidanzato e novello attore – nei panni di Gesù- Niccolò a iscriversi. Quello che doveva essere un gioco diventa però qualcosa di più oscuro anche per colpa della figura di Maria, donna misteriosa che catturerà l’attenzione del giovane.
A livello di potenziale The App ha molteplici spunti interessanti. Il grosso problema è che la sceneggiatura decida di non sfruttarne neanche uno come si deve, rimanendo sempre molto molto superficiale e di conseguenza anche confusionario.
Gli ingredienti di The App erano buoni sulla carta, cosi come le intenzioni di portare qualcosa di nuovo nel quasi sempre statico cinema nostrano . Il risultato purtroppo ha perso decisamente troppi punti strada facendo, finendo per somigliare a una scimmiottatura di opere ben più note .
Il risultato finale sembra più un episodio – neanche del tutto ben riuscito – di Black Mirror che si fonde in qualche modo con Her.
Le buone intenzioni e il bello della ricerca stilistica della regia, si perdono in una ricerca di qualcosa di più, nel tentativo di costruire un film generazionale, che appesantisce una trama che invece avrebbe dovuto rimanere leggera e puntare tutto sul lato oscuro delle tecnologie social.
L’idea iniziale che suggerisce un thriller psicologico, finisce per perdersi malamente, come in una chiusura troppo affrettata e carente di profondità, sfociando in una sorta di scarso Sci-Fi.
Ben poco da salvare, anche le interpretazioni degli attori, compreso il noto regista Abel Ferrara, sembrano svogliate e anonime.
Si poteva e si doveva fare di più
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