Un gruppo di rapinatori decide di rapinare una banca dove anni prima un altro tentativo di furto era finito in tragedia e dove gli inservienti sono convinti si annidino strane presenze,
Negli anni ho visto le entità sovrannaturali apparire in quasi ogni sorta di luogo, ma The vault mi ha colpito per l’originale mix di rapina in banca + luogo infestato, praticamente inedito nelle mani di Dan Bush, che di recente ho apprezzato in La ricostruzione di William Zero.

Il caveau di una banca si presta perfettamente al genere cinematografico in questione, è un ambiente semi buio ottimo per giocare sulla claustrofobia e sulle presenze, in maniera similare a quanto visto nel suggestivo Autopsy.
La sceneggiatura di The vault però non è in grado di sfruttare al 100% questa situazione e, soprattutto nella seconda parte, quando dovrebbe raccogliere i frutti della suspance accumulata in precedenza perde di consistenza scadendo nella banalità di jumpscare telefonati e situazioni trite.

Nel cast la punta di diamante è la presenza di James Franco accompagnato da Taryn Manning , Francesca Eastwood – la fiiglia di Clint – e Scott Haze niente di spettacolare, ma prestazioni nella norma.
Nel gran finale prova un twist dell’ultimo secondo, ma nemmeno così riesce a correggere il tiro, The Vault rimane un esperimento interessante, ma non del tutto riuscito
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