Zombies in Love

Prima di iniziare a parlarvi di questo film vorrei congratularmi apertamente con coloro che hanno scelto di cambiare il titolo della versione italiana di questo film. Originariamente noto come The night of the living Deb, un titolo che strizza l’occhio in maniera gigante al mondo dei classici Z-Movie e finito per diventare Zombies in love, che lo trascina in quel baratro dove troviamo Warm Bodies.

Beh Zombies in love di Kyle Rankin non è nessuna delle due (se essere lontano da Warm Bodies sia bene o male lo lascio decidere a voi) . Si tratta infatti si uno Z-movie di serie B montato su una trama da commedia romantica di seconda classe, un ibrido semplice, ma non per questo del tutto efficace.

La caratteristica principale di questo film, che tutto sommato rimane anche con la traduzione in italiano, è quella di avere un titolo “scaltro” in grado di attirare spettatori inconsapevoli verso la visione trappola.

La trama vede Deb, abbordare in un bar un uomo – Ryan- e dopo una notte dove nessuno dei due si ricorda l’accaduto i due si ritrovano alle prese con una apocalisse zombie a cui sopravvivere.

Il peccato più grave del film è forse quello di non essere riuscito, e nemmeno averci mai provato ad essere seri, a dare un qualsivoglia tipo di tridimensionalità alla protagonista Deb, Maria Thayer, che si ritrova a fare quello che può con un personaggio costruito per essere weird, ma con il quale non si riesce mai a provare empatia. Se qualcuno di voi è affine a questo genere di film di serie B, sappiate che nel cast è presente un nome simbolo come Ray Wise

Il film può fare di meglio dal punto di vista della commedia, potrebbe fare di meglio dal punto di vista dello Z-Movie, ma nell’insieme riesce a stare in equilibrio e a staccare pure qualche sorriso.

Zombies in love è un classico film stupidone con cui passare un pomeriggio di relax, non cerca minimamente di prendersi sul serio nemmeno per un secondo.

Marcello Portolan

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