Ash vs Evil Dead

Ash vs Evil Dead chiude i battenti al termine della terza stagione, con un episodio che chiude si un cerchio, ma lascia un po’ di amaro in bocca perché sembra dirci : in pentola c’era ancora qualcosa però voi non lo scoprirete mai!

Ovviamente i fan della serie sono ancora a lutto dall’annuncio, ma la realtà è che nonostante tutto possiamo essere lo stesso felici di ciò che ne è uscito.

Siamo un po’ sinceri con noi stessi, quanti agli agli albori del progetto avrebbero buttato un solo cent sul tavolo affermando: sarà una fi..ta!!!
Penso quansi nessuno, ancora meno quelli che avrebbero urlato convinti: convincerà il mondo a dargli una seconda stagione!! se poi pensiamo a quanti avrebbero puntato alla terza stagione beh, sono talmente pochi che hanno la solidarietà dei panda.
La realtà è che il successo della prima stagione forse ha sorpreso tutti, emittente e produzione compresa. Parliamo di uno show che è partito basandosi su di una fanbase che viene dal cinema horror splatter anni 80, non di fighetti radical chic, un gruppo di hooligan duri e puri che in parte non hanno ancora digerito l’onta del remake cinematografico de La casa di qualche anno fa.

Ash vs Evil Dead è un successo frutto della nostalgia, figlio di un genere mai alla ribalta, e come tale segue regole antidiluviane, non sempre compatibili con il mercato odierno. Un prodotto come questo è “schiavo” del suo protagonista che a sua volta è incatenato a terra dai fan, Bruce Campbell è vittima e carnefice allo stesso tempo, il suo ruolo è destinato ed uno stato di stasi eterna, costringendo quindi gli sceneggiatori a lavorare su un personaggio senza poterlo smuovere, evolvere.
Dei margini di lavoro decisamente esigui e probabilmente non sono sostenibili in termini di storyarch a lungo termine. Le prime 2 stagioni hanno funzionato molto bene, hanno soddisfatto i fan che volevano vedere nuovamente Ashy Slashy in azione, ma poi ” l’effetto sprint ” è terminato, gli showrunner hanno quindi tentato di chiedere un tributo agli spettatori sotto forma d’apertura mentale, quindi vedere qualche piccolo cedimento di Ash, qualche accenno di crescita nel personaggio, un mondo più grande di lui per far muovere il cast anche senza la sua presenza.
Il risultato è una terza stagione con poco seguito, talmente poco da convincere la produzione che forse era meglio chiudere. Le idee certamente non mancavano, ma il rischio era quello di finire in una caduta libera senza paracadute, con una perdita sempre più rapida di seguito dovuta alla ridondanza del contenuto dello show.
Meglio chiudere “in piedi” lasciando soddisfatti gli spettatori rimasti, che tentare la sorte nuovamente rischiando di rovinare tutto.

Bruce Campbell ha potuto combattere il male ancora un ultima volta prima di abbandonare per sempre il personaggio che lo ha reso famoso.
A noi non rimane che ringraziarlo per tutti i litri di sangue finto con cui ha inzuppato i nostri schermi e di tutti i Groovy, perchè alla fine noi fan abbiamo avuto la serie splatter che meritavamo.

Marcello Portolan

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