Spectros

A questo giro la piattaforma dalla grande N ci porta in Brasile, nazione di provenienza della serie TV Spectros

Una serie che ci porta a esplorare un lato decisamente insolito del brasile, quello di Liberdade, un quartiere di San Paolo dove risiede la più grande comunità giapponese al di fuori della patria. Ecco quindi una serie teen in cui i nostri giovani protagonisti affrontano una minaccia sovrannaturale che mescola il folklore dello stato sud-americano a quello nipponico, decisamente insolito vero?

Lo show sventola bene la presenza di Douglas Petrie come showrunner, Petrie è noto per aver lavorato a Buffy l’ammazzavampiri e quindi, le come è lecito fare le aspettative su questa serie si erano alzate di qualche centimetro verso l’alto. Peccato che Spectros sia nell’insieme uno show che non lascia traccia di nulla, ne in positivo ne in negativo, finendo velocemente per sparire dalla mente dello spettatore .

I giovani Mila, Pardal, Leo, Carla e Zeca, ognuno con i loro problemi da adolescenti si ritroveranno ad affrontare la minaccia del negromante, misterioso personaggio che ha riportato in vita i morti di Liberdade, che ora infestano il quartiere . Per fermare il villain i giovani dovranno recuperare una bambola di porcellana che contiene delle ceneri, fondamentali per eseguire il rito che permetterebbe al cattivone di controllare i morti che ha risvegliato.

Spectros gioca con i piani temporali, passando inizialmente dal presente dei protagonisti – che li vede in una stazione di polizia – al passato, mostrandoci l’importanza del manufatto in loro possesso e gli eventi che li hanno portati all’arresto, spiegando poco alla volta tutti gli elementi che serviranno per portarci alla resa dei conti finale.

Le idee di fondo erano sulla carta molto buone, ma episodio dopo episodio alcune cose sembrano non girare come dovrebbero. Basta pensare per esempio al personaggio di Leo, che la sceneggiatura utilizza più volte per forzare la narrazione rendendolo in grado di risolvere e spiegare tutto il background degli eventi in maniera quasi illogica. A costringere gli autori a utilizzare questo espediente è quasi certamente la consapevolezza di non avere tempo per poter costruire una trama maggiormente strutturata dove permettere ai protagonisti di capire in maniera razionale l’accaduto, 7 episodi non sarebbero stati sufficienti, soprattutto visto che il tutto accade in pochissime ore,  Questo è solo 1 dei punti di Spectros nei quali non tutti i conti tornano.

Ci sono tanti elementi che la serie avrebbe potuto sfruttare in maniera migliore, Liberdade – il quartiere che fa da sfondo a tutti gli eventi – sembra avere importanza all’interno della trama principale, ma a fine visione ci renderemo conto che in realtà non ha mai avuto il giusto spazio, così come non lo hanno avuto le prigioni dove i giapponesi venivano rinchiusi durante la guerra. Quest’ultimo elemento avrebbe potuto essere ripreso e ampliato giocando sul folklore e mettendosi in scia con la seconda stagione di The Terror, che ha elementi simili nella sua trama.

Spectros ha molte idee interessanti, ma non riesce a portare a casa il risultato, forse con una cura maggiore in fase di scrittura e di realizzazione avrebbe potuto uscire un prodotto confezionato in maniera più curata – tralasciando i visibili limiti di budget – e meglio realizzata.

Marcello Portolan

“Monsters & Co. La serie – Lavori in Corso!” disponibile dal 2 luglio su Disney +

Previous article

Nexo+: per la Giornata Mondiale del Teatro debutta “Il terremoto di Vanja, alla ricerca di Č̌echov” di Vinicio Marchioni

Next article

You may also like

Comments

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

More in Recensioni