Iko Uwais sbarca su Netflix come protagonista di una serie. Poche parole che sono bastate per farmi salire la scimmia di vedere tutti e 10 gli episodi di Wu Assasins.
La trama della serie è semplice, Kai Jin è uno chef di Chinatown, che si ritrova a sorpresa investito della carica di Assassino del Wu (per motivi ignoti). Si ritrova quindi a essere l’ultimo di mille guerrieri prescelti e con la missione di uccidere i cinque portatori del potere Wu di Acqua, Fuoco, Metallo, Legno e Terra.
Il tutto mentre Chinatown è al centro di una contesa fra la triade guidata da Zio Six -che con il giovane Kai ha un rapporto contrastante- e un nuovo boss arrivato dall’esterno
Wu Assassins non vuole certamente essere una serie complessa, è uno show di intrattenimento leggero, fra fantasy e arti marziali, con una sceneggiatura basilare che non riesce del tutto a contenere una situazione che più di una volta traballa fra situazioni forzate e spiegazioni mancanti. Con queste premesse possiamo definirla una serie godibile.
Ovviamente le arti marziali hanno il giusto spazio, d’altronde se hai Iko Uwais come protagonista e non lo sfrutti è un crimine di quelli gravi, ma anche il resto del cast se la cava egregiamente quando c’è da alzare le mani.
Fa nulla se spesso nelle scene è presente una colonna sonora così a caso che aprendo Spotify su una qualsiasi canzone probabilmente avevate un migliore accompagnamento, vederlo muoversi con il suo pencak silat è sempre un piacere ( anche se non ai livelli di The Raid o Merantau) Gli effetti della CGI sono decisamente bruttini, al limite del low-budget
Se cercate un prodotto estivo per amanti delle arti marziali, Wu Assassins è quasi certamente quello che fa per voi. Se però cercate qualcosa di più “solido” o in linea con i veri film action asiatici, allora non ci siamo.
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