Morgan

In un laboratorio ben nascosto un gruppo di scienziati monitora i progressi di un progetto estremamente segreto: si tratta di un androide, ed in particolare di un modello ancora in via di sperimentazione. Morgan si apre con queste immagini catturate da una telecamera di sorveglianza, che registra un incidente: la ragazza inspiegabilmente sale sul tavolo ed infilza nell’occhio una delle dottoresse. L’episodio mette in discussione l’intero progetto e la multinazionale invia una persona di fiducia a verificare la situazione, una giovane, misteriosa consulente .

Dietro la macchina da presa troviamo Luke Scott , regista esordiente che però può vantare nel CV la voce di Ridley Scott – con il quale Luke ha iniziato a lavorare – che in questo titolo thriller sci-fi troviamo nelle vesti di produttore, per la serie cosa non si fa per i propri figli

Morgan si sviluppa su binari già rodati ed è facile bruciarsi il twist finale molto prima dei 90 min previsti dalla sceneggiatura di Seth W. Owen .

Analizzando la trama siamo in territori non molto distanti da quelli calcati da opere come Ex-Machina ,Splice e molti altri, dove lo spettatore è chiamato ad avere dubbi di natura etica e morale durante la visione, personalmente però non ho trovato molto incisivo il modo in cui questi quesiti vengono inoculati durante la visione, tramite piccole esplosioni di violenza, avrei preferito qualcosa di più sibillino e ponderato, più vicino al mondo thriller.

Le ambientazioni del film sono volutamente tendenzialmente cupe, una scelta cromatica e fotografica che funziona, oltre a permettere di non esagerare in termini di budget.

Peccato che queste oscure stanze siano però abitate da personaggi scarsamente caratterizzati, anche se interpretati da attori di buonissimo livello. Interpreti palesemente svogliati,ma potenzialmente in grado di fornire prestazioni di ben altro tipo , possiamo trovare la protagonista Kate Marra accompagnata da Anya Taylor-Joy , Toby Jones  ,Michelle Yeoh, Brian Cox e Paul Giamatti .

Pur partendo da spunti non originalissimi Morgan poteva sicuramente fare molto di più, appena appena sufficiente per una serata tranquilla sul divano.

Marcello Portolan

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